I riferimenti legislativi in materia di “Scienza e Libertà Individuali” muovono da due articoli della nostra Costituzione, tra loro correlati logicamente: l’art. 33 comma 1 Cost., in cui si afferma il principio secondo il quale l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento, e l’art. 9 comma 1 Cost., in cui si dichiara che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Altri valori collidono con il valore della ricerca scientifica, tanto da mettere in discussione la veritiera capacità di tale attività di tutelare quelli che sono i veri interessi della persona. L’ispirazione personalista della nostra Costituzione impone, quindi, un bilanciamento tra questi valori e la libertà di ricerca per individuare il bene cui riconoscere prevalenza, ogni qual volta l’esercizio dell’uno possa determinare un grave pregiudizio per il godimento dell’altro.
La Costituzione non pone alcun limite particolare all’ esercizio della libertà di ricerca scientifica; essa è invece sottoposta, come peraltro tutte le altre libertà costituzionali, al bilanciamento con gli altri valori costituzionali che potranno configurarsi come limiti all’ esercizio della libertà di ricerca laddove risultino prevalenti rispetto alla libertà in parola. Dignità umana, libertà personale, esigenze di sicurezza pubblica, diritto alla salute
In materia di aborto e contraccezione il legislatore ha definito un quadro normativo chiaro e il confronto tra visioni differenti appare oggi sugli ambiti di applicazione delle normative.
Per il Fine Vita e la Procreazione Medicalmente Assistita sussistono invece diversi terreni di confronto ancora aperti dal punto di vista legislativo.
Nel 2013 l’Associazione Luca Coscioni ha depositato alla Camera dei Deputati una proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia che è ancora in attesa di essere discussa.
In materia di Procreazione Medicalmente Assistita la legge 40/2004 è stata di fatto smantellata dalla corte Costituzionale, eliminando diversi divieti che erano in essa contenuti, come quello relativo ai trattamenti di Fecondazione Assistita Eterologa. Sono rimasti validi invece, destando ancora molte discussioni nell’opinione pubblica, il divieto di accesso alle tecniche di fecondazione assistita per i single e per le coppie dello stesso sesso, il divieto di gestazione per altri (il c.d. utero in affitto) e quello di donare embrioni alla ricerca. Si discute inoltre sull’accesso a queste tecniche dal momento che alcune non sono gratuite o rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale.